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Presentazione della mostra Tra timbri e bigatti

Tra timbri e bigatti. Oreste Gallacchi (1846-1925), notaio e contadino a Breno è il titolo dell’esposizione aperta domenica 27 marzo 2011, frutto di una esplorazione del Fondo Gallacchi (circa 3000 manoscritti, parecchie decine di fotografie, un migliaio di periodici) custodito presso il Museo etnografico del Malcantone di Curio.

La mostra, complementare al libro omonimo uscito nel 2009, è stata realizzata da Daniele Pedrazzini, Bernardino Croci Maspoli e Patrizia Candolfi, con la collaborazione dei grafici della  Prestampa Taiana di Muzzano. Il titolo vuole alludere alla varietà di ambiti in cui agiva Gallacchi: i timbri sono i timbri del notaio, ma anche del presidente e animatore di numerose società e istituzioni nell’Alto Malcantone; i bigatti, i bachi da seta, richiamano la sua parallela attività di contadino.

L’esposizione è suddivisa in 5 parti e ha come principale supporto una trentina di pannelli illustrativi (già proposti nella Sala comunale di Breno, poco più di un anno fa, in una parziale anteprima della mostra), accompagnati da una serie di vetrine con manoscritti e oggetti conservati nel Fondo Gallacchi e nei depositi del Museo etnografico di Curio.

Nella prima parte della mostra vengono toccati alcuni aspetti relativi al comune di Breno e dintorni: il contesto sociale e economico nel quale Oreste Gallacchi si è trovato a operare.

La seconda sezione propone materiali diversi che illustrano la vita di Oreste Gallacchi e dei suoi familiari. Molte informazioni derivano da un documento di grande interesse: le note autobiografiche di Oreste Gallacchi. Redatte con grafia incerta pochi giorni prima di morire, sono trascritte integralmente nel libro che accompagna la mostra.

La terza sezione, che occupa la parte principale dello spazio espositivo, riguarda le associazioni e le istituzioni promosse dal Gallacchi nell’Alto Malcantone, soprattutto negli anni ’80 dell’Ottocento: dalla Scuola maggiore e del disegno di Breno a quelle di carattere agricolo, dalla società di consumo alla biblioteca popolare, dalla società per la dotazione delle ragazze a quella di mutuo soccorso per gravi infortuni e altre ancora.

Nella quarta parte vengono presentati alcuni materiali che concernono la ‘rivoluzione liberale’ dell’11 settembre 1890, punto di svolta (anche) nella vita di Oreste Gallacchi. La presenza trentennale in Gran Consiglio, a partire dal 1893, gli permette di ampliare a livello cantonale gli orizzonti della sua attività politica.

Nella quinta sezione sono esposti alcuni documenti conservati nel Fondo Gallacchi, per illustrarne la varietà e attirare nel contempo la curiosità di qualche ricercatore. Il Museo, dove continuano ad affluire oggetti, manoscritti e fotografie, intende così essere non solo sede di conservazione, ma realtà dinamica, luogo di incontro, di divulgazione e di studio.

In una saletta si possono infine vedere alcuni documentari, realizzati dalla TSI una ventina di anni fa, sulle condizioni agricole e i problemi della scuola nel Ticino della seconda metà dell’Ottocento e sulla conflittualità politica, in particolare sulla ‘rivoluzione’ liberale del 1890.

La mostra sarà aperta il giovedì e la domenica dalle ore 14 alle 17 (aprile-ottobre). Sono possibili visite fuori orario.


Scarica i pannelli della mostra

Il rinnovo del Museo del Malcantone di Curio

La sede del Museo è proprietà della Fondazione Malcantone, che ha provveduto al restauro dell’edificio, bisognoso di urgenti interventi al tetto, alle facciate e alle finestre. Parallelamente agli interventi sulla struttura dell’edificio, l’Associazione Museo del Malcantone ha deciso di rinnovare completamente gli spazi espositivi, adeguandoli agli standard tecnici e museografici attuali. Per questo intervento è indispensabile reperire i fondi necessari:

Associazione Museo del Malcantone: Un progetto culturale dinamico e sostenibile

Introduzione. Pensare globalmente, agire localmente

Come molti sanno, lo sviluppo sostenibile è una dinamica che cerca di promuovere uno sviluppo equilibrato tra economia, ambiente e società. Questo modello globale, promuove un’applicazione concreta a livello locale dei principi che lo caratterizzano. Come può questo paradigma influire sulle attività di un museo?

Negli ultimi anni sono state lanciate diverse iniziative che focalizzano l’attenzione sull’efficienza energetica della sede del museo. In realtà, come mostrato in altre esperienze, il processo è più generale e non è limitato agli aspetti tecnici o architettonici. Si tratta infatti di estendere il discorso anche alle attività proposte dal museo, sostenendo e promuovendo modelli innovativi che contribuiscano a costituire un nuovo museo sostenibile.

Come possiamo schematizzare le principali caratteristiche delle varie esperienze museali? Il museo tradizionale si presenta come l’attore canonico che gestisce delle collezioni secondo metodologie scientificamente accertate e normate. Rispetto a questo tipo di esperienza, l’ecomuseo presenta una maggior propensione a diffondersi nel territorio, mettendo in relazione le varie discipline e adottando metodologie interdisciplinari. Il museo sostenibile, rappresenta in un certo senso un’ulteriore evoluzione dell’ecomuseo. In questo caso è particolarmente importante l’apporto della società e in particolare la messa in rete e l’interazione con gli attori della filiera culturale, siano essi produttori o semplici fruitori dell’offerta.

 

Museo

Ecomuseo

Museo sostenibile

Contesto operativo

Edificio

Territorio

Ambiente, società, economia

Oggetto di studio

Collezione

Testimonianze

Territorio

Metodologia

Disciplinare

Interdisciplinare

Multidisciplinare

Concetto base

Concentrazione

Distribuzione

Interazione

Localizzazione

Punto

Superficie

Rete

Modello organizzativo

Comitato

Comunità

Governanza

Scala geografica

Locale

Regionale

Globale

Secondo quanto indicato in precedenza, desideriamo elaborare delle linee guida che ci permetteranno di orientare sempre più la nostra attività verso la sostenibilità, riflettendo su alcuni aspetti essenziali che vanno a toccare l’impegno sociale, la solidità economica e il rapporto con l’ambiente.

Impegno sociale: un museo partecipato

  • La sede di Caslano e di Curio non sono unicamente dei luoghi in cui si allestiscono delle mostre. Sono anche dei centri di scambio sociale, un ruolo importante se si considera la posizione delle sedi in aree periferiche.
  • La nostra associazione è da sempre impegnata sul fronte formativo, offrendo opportunità di praticantati e di volontariato alle categorie più sensibili della nostra società: studenti, disoccupati, anziani. Queste attività offrono le prime esperienze professionali per i giovani, nuove prospettive alle persone in difficoltà e la valorizzazione delle proprie esperienze agli anziani.
  • I nostri musei sono gestiti da un’associazione che per statuto è aperta a tutte e a tutti, senza nessun tipo di discriminazione. L’iscrizione permette di partecipare all’Assemblea generale, ovvero all’organo che determina e avvalla le scelte del comitato. Questa partecipazione sociale consente alle attività museali di essere percepite con maggior affezione, una dinamica non sempre facile da concretare in ambito culturale.
  • Spesso i fenomeni migratori sono trattati nella cronaca in modo sensazionalistico. In questo contesto il nostro museo s’impegna da anni a documentare, analizzare ed esporre le dinamiche migratorie vissute dalla nostra regione fino al secondo dopoguerra. Si tratta di un’attività importante che permette di trattare con maggior sensibilità il tema sempre attuale della mobilità delle popolazioni.
  • Il personale dell’associazione offre una consulenza gratuita relativa al recupero del patrimonio architettonico, artistico, documentario, fotografico o etnografico. Vuole così minimizzare il rischio che preziosi materiali vadano dispersi, perduti o smantellati: l’obiettivo è di dare alle future generazioni la possibilità di fruire di questi patrimoni dimenticati.
  • Creare maggiori occasioni di scambio e di crescita reciproca con realtà diverse, si a tematicamente che culturalmente. In particolare sviluppare collaborazioni con ONG e organizzazioni che portano avanti tematiche socialmente utili.
  • I musei, in particolare i musei etnografici, hanno sviluppato in passato una particolare predilezione per il patrimonio materiale. In linea con le nuove dinamiche che stanno investendo il settore, anche la nostra associazione vorrebbe garantire pari opportunità al patrimonio immateriale, sviluppando idee e progetti per la valorizzazione di canti, tradizioni, saperi che caratterizzano la nostra regione.

Solidità economica

  • Economicamente la nostra associazione ha comportato dalla sua creazione una ricaduta importante sulla regione. Basti pensare ai 2,6 milioni di franchi investiti nel museo della pesca di Caslano, quasi interamente destinati a società locali e regionali. Questo tipo d’investimento è ancora più importante se consideriamo la dinamica che si è manifestata nella politica regionale in questi ultimi anni, che tende a concentrare attività e servizi nei grandi centri urbani.
  • A livello strutturale, la nostra associazione ha il vantaggio di non dipendere da un’unica fonte d’introiti, ma di godere dell’appoggio di diverse istituzioni pubbliche e private, senza dimenticare il prezioso contributo fornito dai soci.
  • Il museo sostiene e promuove lo sfruttamento delle risorse locali e regionali.

Rapporto con l'ambiente

  • Il nostro museo è da sempre attento al territorio, alla sua trasformazione e all’utilizzo delle risorse agricole, forestali e naturali (in particolare lo sfruttamento minerario). Di particolare interesse il rapporto tra l’uomo e l’ambiente e la sua evoluzione nel tempo. Il museo della pesca di Caslano è particolarmente attivo sul fronte di ecosistemi che negli ultimi anni hanno destato diverse preoccupazioni: specie ittiche a rischio di estinzione, la qualità delle acque dei laghi insubrici, la problematica dei deflussi minimi ne sono alcuni validi esempi.

Per concludere

Le attività gestite e promosse dall’Associazione Museo del Malcantone sono socialmente, economicamente ed ecologicamente sostenibili? Come possiamo migliorare la nostra offerta in questo senso? La risposta è certamente soggettiva, ma possiamo certamente affermare che stiamo lavorando nella giusta direzione, coscienti che la valorizzazione dei patrimoni culturali è strettamente legata anche ad altri valori, scientifici, ambientali e umani.

Riprendendo le parole di Walter Santagata, “Stiamo lavorando a un modello locale di sviluppo sostenibile fondato su creatività e cultura. Credo che questo modello possa essere uno strumento per far nascere o rinascere contesti di creatività a livello locale e microeconomico. Dico «rinascere» perché bisogna segnare il passaggio dalla conservazione della cultura tradizionale a una fase di produzione di nuova cultura e, a livello di piccole città, questo è un territorio estremamente interessante” (Santagata, 2010, p. 90).

Bibliografia essenziale

  • “Il Nuovo Comune, Le Aggregazioni Comunali Nell’ottica Dello Sviluppo Sostenibile.” Il Malcantone, Gennaio 2004, Pro Malcantone edition.
  • “Carta Di Lanzarote per Un Turismo Sostenibile.” The Global Development Research Center (GDRC), n.d. www.gdrc.org.
  • “Dichiarazione Di Lione per L’accesso all’Informazione Ed Allo Sviluppo.” The Lyon Declaration  On Access to Information and Development, n.d. www.lyondeclaration.org.
  • “Éducation21, Educazione Allo Sviluppo Sostenibile.” Accessed April 28, 2014. http://www.education21.ch/de/home.
  • “I-Museum Onlus.” Accessed May 12, 2014. http://www.i-museum.it/.
  • “Institut Des Hautes Études En Administration Publique (IDHEAP).” Accessed May 15, 2014. http://www.idheap.ch/idheap.nsf/vwBaseDocuments/IdActHomepage?OpenDocument&lng=it.
  • “Kulturwege Schweiz: Benvenuto Sugli Itinerari Culturali Della Svizzera!” Accessed August 6, 2014. http://www.kulturwege-schweiz.ch/?L=3.
  • “La Convenzione Delle Alpi, Popolazione E Cultura.” Accessed May 14, 2014. http://www.alpconv.org/it/convention/smallbites/populationandculture/default.html.
  • “Reading Corner, Network of European Museum Organisations (NEMO).” NEMO | Network of European Museum Organisations. Accessed July 21, 2014. http://ne-mo.org/our-topics/reading-corner.html.
  • “Sustainability Practice | Museums Association.” Accessed April 30, 2014. http://museumsassociation.org/campaigns/sustainability/sustainability-practice.
  • “The London Manifesto.” The London Manifesto Calls for Fair Copyright That Is Fit for Purpose and Will Benefit Every European Citizen, n.d. www.cilip.org.uk/londonmanifesto.
  • “Unesco, Charter on the Preservation of Digital Heritage.” UNESCO. Accessed May 16, 2014. http://en.unesco.org/.
  • Barbé, Carlos. Etnocentrismi. Elementi di analisi internazionale comparata. Sviluppo, sottosviluppo, globalizzazione, identità. Libreria Stampatori, 2003.
  • Castiglioni, Benedetta, and Massimo De_Marchi. Paesaggio, sostenibilità, valutazione. Padova: Università di Padova, 2007.
  • Castiglioni, Benedetta. “Il Paesaggio Come Strumento Educativo.” Educación Y Futuro 27 (2012): 51–65.
  • Ciattoni, Annette, and Yvette Veyret. Les fondamentaux de la géographie., 2013. https://login.proxy.bib.uottawa.ca/login?url=http://www.numilog.com/bibliotheque/BU-Ottawa/fiche_livre.asp?idprod=366346.
  • Cicerchia, Annalisa, ed. Economia Della Cultura E Giovani. Dalle Buone Pratiche All’indice Di Creatività. Roma: Edizioni ComuniCare ANCI, n.d.
  • Falletti, Vittorio. I Musei. Universale Paperbacks Il Mulino 621. Bologna: il Mulino, 2012.
  • Feliciati, Pierluigi, Maria Teresa Natale, and Rossella Caffo. Manuale per l’interazione con gli utenti del Web culturale. Rome: Progetto Minerva EC, 2009.
  • Hochstrasser, Roland. “Agenda 21 Regione Malcantone, Riflessioni Ed Azioni per Uno Sviluppo Sostenibile Della Regione Malcantone.” Associazione Comuni Regione Malcantone, Ottobre 2003.
  • La Funzione Educativa Del Museo E Del Patrimonio Culturale. Commissione Educazione e mediazione, ICOM Italia, 2009. http://www.icom-italia.org/index.php?option=com_phocadownload&view=category&id=82:documenti&Itemid=103.
  • Musei E Paesaggi Culturali, La Carta Di Siena. ICOM Italia, 2014.
  • Niccolucci, Franco. “Biblioteche Digitali E Musei Virtuali.” DigItalia 2, no. 0 (2006): 38–51.
  • Strategia Federale per Il Futuro Digitale in Svizzera. Berna: Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), 2012. http://www.ofcom.admin.ch/themen/infosociety/00695/index.html?lang=it.
  • Stremlow, Matthias, ed. Paysage 2020 Analyses et Tendances Bases Des Principes Directeurs “Nature et Paysage” de l’OFEFP. Cahier de L’environnement Nature et Paysage 352. Berne: OFEFP, 2003.
  • Vallega, Adalberto. La Regione, Sistema Territoriale Sostenibile: Compendio Di Geografia Regionale Sistematica. Strumenti per Una Nuova Cultura. Milano: Mursia, 1995.

Autore: Roland Hochstrasser, Museo del Malcantone, 2015

 

In memoria del Prof. Giorgio Macchi (1905-1998)

Alla fine degli anni ’90, il prof. Giorgio Macchi di Agno aveva destinato in via testamentaria una lunga serie di cospicue somme a molti enti e società benefiche della nostra regione. Alla sua morte, una vicenda sulla quale stendiamo un pietoso manto di silenzio, aveva impedito la realizzazione di queste sue volontà. Dopo parecchi anni, l’Associazione Museo del Malcantone è finalmente entrata in possesso della bella cifra di fr. 20'000.-

Per onorare la memoria del generoso donatore, a margine dell’Assemblea per la discussione del Consuntivo 2013, è stato chiesto allo scrittore Fernando Grignola di tracciarne un ritratto. Ecco il suo intenso e commosso intervento.

Giorgio Macchi nato nel 1905 è deceduto presso la Casa Riposo di Morbio Inferiore il 19 gennaio 1998. Attingo alla commemorazione che ho tenuto in quella triste circostanza anche a nome delle Autorità comunali di Agno.

Macchi appartiene a quella nobilissima schiera di docenti, che donando sé stessi all'insegnamento come apostolato tra i giovani, hanno fatto grande la Scuola pubblica ticinese, conferendole autorevolezza e prestigio. Soprattutto a quella Scuola Maggiore, che prima dell'introduzione della Scuola Media, apriva al mondo i giovani le cui famiglie paesane, per vari motivi - non ultime le ristrettezze economiche del tempo di guerra (come nel mio caso) - dai paesi non potevano mandare i propri figli nelle scuole cittadine, al Ginnasio, prendendo il tram. E questo è una virgola di storia vissuta.

Giorgio Macchi ha esplicato il suo magistero per quasi quarant'anni: una esistenza dedicata alla formazione, non soltanto intellettuale e pedagogica, ma anche civica e morale di tantissima gente nostra.

Vi si è dedicato come docente e direttore della Scuole Maggiori di Agno, avviando alla vita adulta e affidando alla Società molte generazioni di allievi: centinaia, migliaia di adolescenti di Agno, con quelli di Iseo, Cimo e Vernate su e giù a piedi dal sentiero di Cimo; e dal pian d'Agno, quelli di Muzzano e frazioni, Molini, Brüsàda, Piodella e Agnuzzo.

Agli inizi Giorgio Macchi fu pure maestro apprezzato in altre Scuole, tra cui a Bioggio: con tanti scolari che scendevano da Cademario, Gaggio e Bosco Luganese.

Paesi tutti dove la riconoscenza di autorità e popolazioni è sempre stata unanime, sentita e testimoniata.

Oltre che al mondo della Scuola, il professor Macchi per anni ha dato contributi notevoli alla via pubblica locale. Municipale, poi membro autorevole della Pro Loco, con notevole impegno nella realizzazione e valorizzazione della prima mostra su Jean Corty ad Agno nel 1967.

È pure stato meticoloso collaboratore con gli animatori del locale Gruppo Anziani.

Con il "nostro" professore, ricordavo nella commemorazione a Morbio, se ne è andato uno spaccato dell'Agno rurale dei tempi della mobilitazione: dei bollini del razionamento, della vecchia scuola comunale con la cancelleria e la saletta del municipio, le aule al pianterreno colme di paglia gialla, trasformate in accantonamenti militari.

Con Giorgio Macchi si disperde l'epopea delle letterine ai soldati, le accademie sul piazzale, ragazzi e ragazze con i zèncan, zoccole e zoccoloni, l'orto scolastico con in cielo gli stormi lucenti delle fortezze volanti sull'inferno su Milano, la raccolta nei coltivi dei maggiolini a sacchetti, i vachett che il Cantone distruggeva, noi ragazzotti in primavera a crapa peràda...

Giorgio Macchi: fu anche presidente animatore della Corale Helvezia con il verdiano Mo. Martinelli; e dalla fondazione nel 1923 fu nel comitato e segretario della Società Filarmonica di Agno per anni, membro attivo in tanti altri Enti e società malcantonesi.

La passione per la caccia, il mito dei suoi setter bianchi e dei beccaccini, i selvatici acquatici da disegnare noi sui banchi di scuola. Gli "espe" di chimica con provette e serpentine fumanti da riprodurre con meticolosità fotografica. La "civica" sulle pagine del Frassineto, le ramanzine austere, e gli elementi di contabilità in dare-avere/ con saldi e cambiali da imparare e usare praticamente. La coltivazione dell'orto scolastico, le metropoli dei continenti in guerra commentate su sbiadite diapositive in bianco-nero,... le prove ginniche in strada cronometro in mano - la Radioscuola ascoltata in allucinanti silenzi....

Mi commuove il ricordo della sua vecchia moto Raleigh appoggiata ai platani, spesso occasione in aula per introdurci al miracolo del motore a 4 tempi : aspirazione I compressione / accensione / e scoppio... Sui 16 anni a casa sua mi diede tante lezioni in svariate materie preparandomi agli esami d'ammissione alla Posta svizzera.

lo sono uno dei frutti del suo insegnamento di scienze esatte: mate, geometria, fisica, storia e geografia, fortemente unito a quello musicale, morale e letterario di narrativa, poesia e teatro della Scuola Serena di Maria Boschetti Alberti.

Una scuola pubblica benedetta - che tante generazioni di uomini e donne al di là dell'istruzione formale, ha cresciuto e avviate nella vita adulta anche come lievito amoroso di elevazione umana, radicata nelle menti e nei cuori.

Il museo in valigia: castagno e castagna

Dalla fine di ottobre circola nelle scuole che ne fanno richiesta un singolare e microscopico museo: il “Museo in valigia”. Con questa prima iniziativa dedicata al tema castagno e castagne, il Museo del Malcantone intende mettere a disposizione, delle scuole elementari innanzitutto ma anche a tutti gli interessati, un semplice quanto efficace strumento di conoscenza.

Si tratta in pratica di una collezione di strumenti tradizionali legati alla raccolta e alla lavorazione della castagna, appartenenti a un mondo nel quale questo frutto permetteva spesso di sfuggire ai morsi della fame, mentre il legno dell’albero che lo produce veniva utilizzato per i più svariati usi. La "valigia" (costituita in reltà da due capienti scatole di plastica) non contiene indicazioni didattiche particolari. Il materiale messo a disposizione può essere utilizzato come si desidera: studiarlo da vicino, toccarlo, scoprirne le funzioni, disegnarlo, fotografarlo, allestire una piccola mostra in classe. In buona parte si tratta di oggetti originali, offerti per la manipolazione in quanto efficace mezzo di conoscenza. Per questa ragione è naturalmente raccomandata la massima cura.

Oltre agli oggetti si mettono a disposizione anche testi e materiali di approfondimento. In particolare si segnala “Il castagno nella Svizzera italiana” di Sebastiano Pron e Michela Sormani, studenti del Politecnico di Zurigo. Pubblicato come “Quaderno del Museo del Malcantone”, dove lo si può acquistare a fr. 20.-, é un testo molto completo, ricco di notizie precise e affiancato da una sostanziosa bibliografia, comprensiva di molti siti Internet dai quali attingere ulteriori informazioni e immagini.

Bernardino Croci-Maspoli

 


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Memorie future: Un'avventura teatrale tra passato, presente e futuro alla riscoperta di luoghi, storie e persone

Il 10 ottobre 2015 si terrà lo spettacolo teatrale prodotto dalla Compagnia Grande Giro, alle ore 16.00, 17.00 e 18.00 presso il Museo della Pesca di Caslano.

Dal 1993 il Museo della Pesca, situato sulle rive del lago Ceresio  a Caslano, si impegna per conservare e valorizzare il patrimonio etnografico relativo alla pesca nella regione dei laghi insubrici.

Per questa data Memorie Future pescherà nella storie del lago Ceresio: le attività umane, le testimonianze di persone di ieri e di oggi e le vicende di un luogo suggestivo e ricco di fascino.

entrata ad offerta libera
spettacolo e aperitivo finale

Memorie future

Un progetto teatrale site-specific che attraversa il Ticino in singole tappe. Ogni evento è unico e viene creato esclusivamente per il luogo che lo ospita durante una fase creativa di una settimana. Gli spettacoli sono itineranti e s'inseriscono nel contesto paesaggistico e architettonico. Gli spettatori vengono accompagnati attraverso un fil-rouge che unisce interviste, ricerca sul campo, fatti di cronaca e leggende, restituite in maniera scenica attraverso la parola, il movimento, la danza, il canto e la musica.

Creazione e messa in scena:
Lea Lechler
Valentina Bianda
Daniele Bianco

Costumi: Simona Costa
Grafica: Vera Bianda
Collage: Gabriel Stöckli

Con il sostegno di:
Coop Cultura
Ernst Göhner Stiftung
Jürg-George Bürki Stiftung
Schweizerische-Interpretenstiftung

Comune Caslano
Pro Caslano
Banca Raiffaisen del Malcantone
Albergo Fonte dei Fiori

www.grandegiro.net

Statistiche 2016

Nel 2016 i siti gestiti dall'Associazione Museo del Malcantone hanno suscitato il consueto interesse, confermandosi uno dei canali di comunicazione preferiti dall'utenza. Il sito della sede di Curio ha registrato un totale di 83'868 visite, mentre il sito del museo della pesca di Caslano ha totalizzato 93'178 visite.

Il Museo del Malcantone verso un impegnativo 2017

Oltre sessanta soci hanno partecipato sabato 10 dicembre all’Assemblea del Museo del Malcantone, convocata per discutere il preventivo 2017.

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