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Preventivo 2013: a Curio rinnovamento e a Caslano festeggiamento

Due sedi museali, due indirizzi, un’unica passione: promuovere un’identità e trasmettere il piacere della tradizione e della ricerca, che dal passato consente di vivere consapevolmente il presente e pensare al futuro.

A Curio, la storica sede di una delle prime scuole maggiori e di disegno in Ticino (bell'edificio neoclassico, progettato dall'architetto Luigi Fontana nel 1853), dal 1985 museo etnografico malcantonese, richiede da tempo che vi si ponga mano con un importante e necessario intervento a salvaguardia della struttura. Dalla sostituzione del tetto e degli infissi, alla riparazione e al tinteggio delle facciate e dei cornicioni. La Fondazione Malcantone, che ne è proprietaria, ha già allestito un preventivo che si aggira attorno al mezzo milione di franchi, sulla base di un progetto allestito dall’architetto Sergio Albisetti di Magliaso. Il finanziamento, dopo un’iniziale rallentamento è ora  in fase di affinamento. Ciò dovrebbe consentire di avviare i lavori nel corso del 2013. L’apertura di questo cantiere non impedirà tuttavia di mantenere, seppur ridotta, l’offerta espositiva a pian terreno, con la decisione di prolungare quanto si è messo in atto per valorizzare la figura del politico malcantonese Oreste Gallacchi(1846-1925), all’origine anche di una pregevole pubblicazione storica, sempre a disposizione.

Pure l’attività di ricerca e la disponibilità di accedere alla ricca biblioteca non subiranno interruzioni. Come pure il riordino di un ottocentesco cospicuo diario di un malcantonese, per una nuova pubblicazione, nel solco della nostra tradizione editoriale. Nel frattempo si sta concretizzando un progetto che illustrerà un indirizzo maggiormente ampio attorno al tema dell’emigrazione. Il rallentamento dovuto all’attività di cantiere cadrà dunque a fagiolo per permettere, nel corso dei prossimi mesi, di aggiungere all’iniziale progetto altri elementi di richiamo e affinamenti da offrire quale novità alla riapertura.

A Caslano, sede del museo della pesca, il 2013 è motivo di gioia per i 20 anni di attività. Nel 1993 infatti, in una villetta offerta dal Comune, questa iniziativa ebbe origine grazie all’intraprendenza di un appassionato quale fu Franco Chiesa, con la collaborazione di Pietro Colombo e Piercarlo Parini. Nato con l’intento di documentare le tradizioni e le tecniche legate al mondo della pesca, man mano il museo si è arricchito di materiali e testimonianze, ma soprattutto ha ampliato il suo concetto verso temi, come la cura del rapporto fra uomo e natura, la valorizzazione degli ambienti acquatici, lo studio delle tradizioni legate ai laghi insubrici e al loro sfruttamento come fonti di sostentamento e vie di comunicazione. La nuova e più ampia sede a lago in via Meriggi , inaugurata nel 2010, ha consentito inoltre di proporre seguite attività didattiche per le scolaresche (animazioni che saranno ulteriormente accresciute). Non solo, gli spazi a pian terreno si sono rivelati interessanti per assemblee societarie, per momenti espositivi ed altri eventi comunitari. Oltre alle consuete e ben frequentate visite guidate, queste offerte, anche diversificate, hanno confermato validità e vitalità di questo modo di “far museo”.

Per sottolineare l’importante e particolare anniversario, il prossimo 1. aprile verrà proposta una mostra personale di Emilio Rissone, riconosciuto e poliedrico artista, autore tra l’altro anche del logo del museo.

A Caslano è pure previsto un evento particolare, quale partecipazione in maggio alla Giornata internazionale dei musei. Inoltre, proprio per rispondere all’esigenza di un museo che a livello svizzero in questo campo è senza dubbio il più esteso e completo, si renderà necessaria l’attuazione di audioguide multilingue. Un progetto tuttavia abbastanza complesso e costoso , per il quale si è alla ricerca di forme di sussidio.

Infatti, fra i visitatori, molti provengono da altre zone linguistiche: non è infrequente l’echeggiare in francese, tedesco o inglese. Una necessità avvertita anche nella gestione e alimentazione dei due siti: http://www.museodelmalcantone.ch e http://www.museodellapesca.ch , curati dal nostro vicepresidente Roland Hochstrasser. Nei primi 8 mesi del 2012, ad esempio, questi siti hanno registrato come consuetudine, flussi di notevole importanza: in media contiamo 5'400 visite mensili per il museo del Malcantone e 22'000 per Caslano. Complessivamente dal 1.o gennaio al 31 agosto 2012 sono state consultate 4,3 milioni di pagine. Presenti inoltre su Facebook, le due sedi sono pure recensite su Tripadvisor e Google Plus.

Fra tutte queste indicazioni, spicca comunque il fatto che le pagine in assoluto più consultate sono le home page in tedesco, francese e inglese ( per Curio tasso di visite nell’ordine tra 5240 e 4100; per Caslano ancor di più : tra 155’240 e 148'000). Non solo quindi in un futuro prossimo si dovrà provvedere alla traduzione dei percorsi espositivi, ma di riflesso si dovrà operare anche sui contenuti dei siti, per ora, salvo per le citate home page, tutti in lingua italiana. L’importanza che ha assunto internet e l’esperienza positiva maturata dalla nostra Associazione ci inducono ad agire in questa direzione.

Per concludere, il consolidamento degli indirizzi della Fondazione Malcantone, proprietaria dello stabile di Curio, permetterà pure dal 2013 di assicurare l’attività di segretariato e gestione: infatti, con lo scioglimento della Regione Malcantone, non potremo più contare sulla puntuale presenza di Igor Negri, passato alle dipendenze del Comune di Novaggio. È l’occasione per ringraziare questo dinamico giovane e nel contempo per rinnovare il nostro sostegno e riconoscimento al conservatore del Museo del Malcantone, Bernardino Croci Maspoli, e al curatore del Museo della pesca, Maurizio Valente.


Per l’Associazione Museo del Malcantone

Gianrico Corti, presidente

Il futuro del museo nel Malcantone

Il Malcantone sta vivendo di questi tempi a livello di organizzazioni istituzionali un momento delicato. La recente costituzione dell’Ente regionale di sviluppo del Luganese (ERS-L) ha avuto tra le fatali conseguenze anche lo scioglimento della storica Regione Malcantone, voluta decenni fa dall’Associazione dei comuni presenti nel territorio. Malcantone Turismo sta per fondersi in un unico Ente turistico del Luganese ( vale a dire Distretto, salvo la Città).

La nostra associazione segue con particolare trepidazione questi due processi. E con buone ragioni. I musei di Curio e di Caslano sono un patrimonio di questa terra. Soprattutto, vi è da sempre stato un legame forte, sussidiario e di collaborazione con i due enti. Malcantone Turismo non solo ha vegliato sulla nascita del Museo del Malcantone, ma ha sempre assicurato annuali sussidi per la sua gestione, oltre a sviluppare attività in comune. La Regione Malcantone, soprattutto in tempi recenti, accanto a puntuali aiuti, ci ha garantito servizi di gestione amministrativa e di segretariato.

Auspichiamo vivamente che soluzioni concrete siano individuate e consolidate perché da un canto richiamo e identità territoriali siano mantenuti, anzi rafforzati; dall’altro e di conseguenza, che tale volontà consenta di agire in futuro quale voce e presenza attiva attorno a problemi comuni per soluzioni condivise in questa parte del Cantone. Per quel che ci riguarda, sappiamo che vi sono sensibili attenzioni e intenzioni in corso , a salvaguardia della nostra attività futura.

La sede museale di Curio, che appartiene ad una Fondazione, diretta emanazione di Malcantone Turismo, necessita di urgenti interventi di manutenzione e di conservazione, soprattutto nella parte esterna dell’edificio. Motivi tecnici e la situazione appena illustrata hanno ritardato l’avvio dei lavori ( si tratta di un investimento di circa mezzo milione di franchi), ma si confida che nel 2012 il cantiere possa essere avviato.

A Curio (museo etnografico) verrà riproposta la mostra sulla figura di Oreste Gallacchi e la sua terra, fra Ottocento e Novecento, con l’aggiunta di nuovi arricchenti elementi. Nel contempo proseguirà l’attività di consulenza, di ricerca ( soprattutto legata all’emigrazione), di collaborazione ad eventi ( come ad esempio i vent’anni dall’inaugurazione del restauro del maglio del Malcantone, per il quale allestiremo una nuova mostra) e di catalogazione libraria e di oggetti e documenti, su supporto informatico, utile pure per allargare l’offerta pubblica dei diversi materiali.

Verrà pure avviata, in concomitanza con i lavori previsti, una riflessione volta a individuare nuovi indirizzi e dinamiche per valorizzare questa storica sede.

La sede di Caslano (museo della pesca) offrirà elementi aggiuntivi, anche di natura didattica, per rendere ancor più attrattiva l’offerta museale. Consoliderà inoltre la formula che abbina visita guidata all’uso della sala multimediale per assemblee o conferenze, favorendo pure l’organizzazione di mostre d’arte legate al tema specifico che la caratterizza. Un aspetto richiederà una particolare cura: è patrimonio del museo della pesca anche l’esposizione di parecchie barche, rimaste per il momento sul sedime della precedente sede nell’entroterra. In quel luogo si sta progettando in forma consortile una nuova struttura per accogliere gli anziani e gli spazi attorno alla nuova sede a lago non consentono per ora una loro collocazione a corona. Confidiamo di trovare con le Autorità una soluzione adeguata.

Il dettaglio dell’attività per il 2012 viene illustrato di seguito, a cura del conservatore del Museo del Malcantone, Bernardino Croci Maspoli, che, con il curatore del Museo della pesca, Maurizio Valente, rappresentano le nostre risorse umane. Accanto a temporanei aiuti di due custodi e di alcuni generosi volontari, ripetere giova, l’invito a poter contare su nuove forze risulta davvero impellente, senza dimenticare che nel corso del 2012, per i motivi indicati, dovremo trovare una continuità per le attività di amministrazione e segretariato. Con l’ulteriore preoccupazione di poter contare su risorse finanziarie tali da consentire gestione, attività e crescita, per le quali coraggio, impegno e volontà non mancano. Le radici affondano solide nel terreno, ma rami e foglie abbisognano di continua linfa. Quanto al web: la nostra presenza e diffusione è garantita dai due siti www.museodelmalcantone.ch  e www.museodellapesca.ch , ben frequentati.

Gianrico Corti
Presidente del Museo del Malcantone

Da Trieste sulle tracce degli emigranti ticinesi

Il prossimo fine settimana, una delegazione del  Circolo svizzero di Trieste sarà ospite in Ticino. Domenica 23 settembre, alle 10:30, si terrà una conferenza del Prof. Gino Pavan all'Oratorio di Tesserete.

Lo scorso 29 febbraio, grazie all’iniziativa del locale Circolo svizzero, si è aperta la mostra intitolata La comunità svizzera a Trieste dal ‘700 al ‘900. Assieme al ricco catalogo omonimo, curato da Giuseppe Reina, Annemarie Graf Reina e Giulio A. Cattaneo, essa documenta la straordinaria attività dei nostri connazionali in quella città. Banchieri e commercianti romandi, industriali svizzero-tedeschi, ristoratori grigionesi e costruttori ticinesi furono le tipologie più frequenti di emigranti che confluirono nella città istriana a partire dal 1719, quando l’imperatore d’Austria Carlo VI le concesse lo status di porto franco, dando avvio a due secoli di straordinario sviluppo commerciale e industriale.

Il più illustre dei ticinesi fu senza dubbio l’architetto Pietro Nobile di (Campestro 1776 –Vienna 1854). Figlio di un capomastro studiò a Trieste e Roma dove strinse amicizia con lo scultore Antonio Canova. Nel 1818 fu chiamato a Vienna, come membro del Consiglio aulico delle fabbriche e direttore dell’Accademia di architettura. Lasciò un ingente patrimonio documentario, conservato dai discendenti e infine salvato dal prof. Gino Pavan, che ne ha poi promosso lo studio e curato numerose e importanti pubblicazioni a riguardo.

Per questa ragione, contestualmente alla mostra e su indicazione del Museo del Malcantone, il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha opportunamente ritenuto di significare al grande studioso l’apprezzamento per “l'attenzione  riservata alla persona, agli studi, ai progetti ed alle realizzazioni in Europa dell'architetto ticinese Pietro Nobile, tramite pubblicazioni che con cura, meticolosità e rigore scientifico ha voluto illustrare”.

Nel corso di due secoli, altri ticinesi si sono distinti nel campo della costruzione, come la dinastia dei Righetti e Giovanni Gallacchi (architetti e capomastri i primi, ingegnere il secondo) di Breno, i Rusca di Agno, gli Scalmanini, Giovanni Degasperi o Giuseppe Bernardi, altri ancora negli affari, come i Genel di Dalpe, i Caccia di Morcote, i Fontana di Mendrisio. Tutte famiglie che hanno lasciato importanti tracce.

Il prossimo fine settimana, su iniziativa del Museo del Malcantone – che aveva collaborato all’allestimento della mostra di Trieste - una folta delegazione del  Circolo svizzero di Trieste sarà ricevuta dai Comuni di Lugano, Capriasca e Altomalcantone, nonché dall’Accademia di architettura di Mendrisio.

Si segnala in particolare l’incontro-intervista curata da Maurizio Cattaneo al prof. Gino Pavan, che si terrà all’Oratorio di Tesserete domenica 23 settembre alle ore 10.30, dedicata alla figura dell’architetto Pietro Nobile.
È un’imperdibile occasione per conoscere uno dei più illustri e meno conosciuti protagonisti dell’emigrazione ticinese, come pure lo studioso che ne ha salvato e valorizzato la memoria.        

Bernardino Croci Maspoli, conservatore del Museo del Malcantone

Visita in ticino del Circolo svizzero di Trieste

Domenica 23 settembre 2012, Tesserete
10.30, Intervista al Prof. Gino Pavan all’Oratorio di Tesserete
11.15, Sempre all’Oratorio, discorsi ufficiali e aperitivo-incontro con la popolazione

Associazione Museo del Malcantone omaggia il direttore Alfonso Passera

CASLANO - Si è svolta sabato, presso il Museo della pesca di Caslano, l'Assemblea per la discussione del Consuntivo 2011 dell'Associazione Museo del Malcantone. Il documento, che testimonia di un anno ricco di attività e terminato con un attivo finanziario, è stato approvato all'unanimità dalla trentina di soci presenti.

Al termine della riunione si è sottolineato come quello trascorso sia stato l'ultimo anno di attività  dell'Ente turistico del Malcantone, fondato nel 1935 e all'origine della nascita del Museo del Malcantone.

Per questo motivo si è voluto rendere omaggio nella persona del suo direttore Alfonso Passera, facendogli dono di un'opera di Emilio Rissone con la seguente motivazione: "L'Associazione Museo del Malcantone dedica con gratitudine a Alfonso Passera, suo membro di Comitato dalla fondazione e idealmente a tutto l'Ente turistico del Malcantone, promotore e convinto sostenitore del Museo".

Nell'immagine: Gianrico Corti, presidente dell'Associazione Museo del Malcantone, consegna l'omaggio a Alfonso Passera.

Fonte: http://www.tio.ch/

 

Statistiche d'accesso al sito per il 2011

In linea generale, il 2011 ha confermato la tendenza alla crescita dei flussi sui siti www.museodelmalcantone.ch e www.museodellapesca.ch, sezione esterna del museo del Malcantone.

Ecco alcuni dati chiave:

  • Sito museo del Malcantone, totale visite 2011: 53'961
  • Sito museo del Malcantone, totale pagine consultate 2011: 344'012
  • Sito museo della Pesca, totale visite 2011: 278'617
  • Sito museo della Pesca, totale pagine consultate 2011: 3'128'106
  • Totale visite: 332'578
  • Totale pagine consultate: 3'472'118


I dati indicati sono affidabili: sono infatti elaborati direttamente dal server. Sono inoltre paragonabili, visto che il software utilizzato è lo stesso per i due siti.

In una mostra e in un libro l’attività della comunità svizzera a Trieste dal ‘700 al ‘900

Lo scorso 29 febbraio, grazie all’iniziativa del locale Circolo svizzero, si è aperta la mostra intitolata La comunità svizzera a Trieste dal ‘700 al ‘900.

Assieme al ricco catalogo omonimo, curato da Giuseppe Reina, Annemarie Graf Reina e Giulio A. Cattaneo, essa documenta la straordinaria attività dei nostri connazionali in quella città. Banchieri e commercianti romandi, industriali svizzero-tedeschi, ristoratori grigionesi e costruttori ticinesi furono le tipologie più frequenti di emigranti che confluirono nella città istriana a partire dal 1719, quando l’imperatore d’Austria Carlo VI le concesse lo status di porto franco, dando avvio a due secoli di straordinario sviluppo commerciale e industriale.

Il più illustre dei ticinesi fu senza dubbio l’architetto Pietro Nobile di (Campestro 1776 –Vienna 1854). Figlio di un capomastro studiò a Trieste e Roma dove strinse amicizia con lo scultore Antonio Canova. Nel 1818 fu chiamato a Vienna, come membro del Consiglio aulico delle fabbriche e direttore dell’Accademia di architettura. Lasciò un ingente patrimonio documentario, conservato dai discendenti e infine salvato dal prof. Gino Pavan, che ne ha poi promosso lo studio e curato numerose e importanti pubblicazioni a riguardo.

Per questa ragione, contestualmente alla mostra e su indicazione del Museo del Malcantone, il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha opportunamente ritenuto di significare al grande studioso l’apprezzamento per “l'attenzione  riservata alla persona, agli studi, ai progetti ed alle realizzazioni in Europa dell'architetto ticinese Pietro Nobile, tramite pubblicazioni che con cura, meticolosità e rigore scientifico ha voluto illustrare”.

Nel corso di due secoli, altri ticinesi si sono distinti nel campo della costruzione, come gli Scalmanini, Giovanni Degasperi o Giuseppe Bernardi, altri ancora negli affari, come i Genel di Dalpe, i Caccia di Morcote, i Fontana di Mendrisio, i Rusca di Agno. Tutte famiglie che hanno lasciato importanti tracce.

Suscita particolare interesse per qualità e quantità l’opera della famiglia Righetti di Breno. Il capostipite Giovanni (1766-1855) giunse a Trieste nel 1806, dopo svariate esperienze lavorative nell’Italia del Nord e in Provenza. Non aveva preparazione accademica, ma le sue grandi capacità lo fecero passare da capomastro a architetto.
I suoi tre figli Giuseppe (1806-1887), Domenico (1809-1894), Giovanni il giovane (1827-1901) e il nipote Giusto (1873-1941), compiuti studi accademici - chi a Milano, chi a Vienna – continuarono l’attività del capostipite, costruendo in città oltre sessanta edifici, alcuni dei quali particolarmente pregevoli e situati nei luoghi più belli di Trieste, come Piazza Unità d’Italia o Via Rossini, lungo il Canale grande.
Sembra che un tempo a Breno si dicesse “Napoleon per guerreggiar-I Righetti per costruir”: certo si esagerava, ma ammirando le opere lasciate, alla strofetta qualche ragione dobbiamo pur concederla.

Bernardino Croci Maspoli, conservatore del Museo del Malcantone

La Comunità svizzera a Trieste dal ‘700 al ‘900 Dal 01 marzo al 15 aprile 2012 - Sala Umberto Veruda - Palazzo Costanzi, piazza Piccola 2, Trieste

Consuntivo 2011 - Un anno ad antenne tese!

Assemblea ordinaria per la discussione del consuntivo 2011: sabato 24 marzo 2012, 17.00, Museo della Pesca di Caslano.

Due riforme istituzionali hanno coinvolto direttamente anche il Museo del Malcantone. Due pluridecennali presenze territoriali sono state confrontate con la necessità di procedere ad un processo di fusione. Da un lato, Malcantone Turismo, che all’inizio del 2012 si è sciolto per confluire a livello distrettuale in un’unica organizzazione, il nuovo Ente turistico del Luganese. Dall’altro, a causa dell’implementazione anche in Ticino, come previsto da una legge federale, con l’istituzione dell’ Ente regionale di sviluppo del Luganese, la Regione Malcantone (organismo che riunisce tutti i comuni locali) ha dovuto interrogarsi su come procedere per mantenere una sua identità, ma soprattutto per dare continuità a quei servizi non assorbiti dalla nuova Azienda regionale di sviluppo.

Ebbene, se il Museo del Malcantone è nato, lo deve all’iniziativa dell’Ente turistico del Malcantone, che dopo aver acquistato e restaurato il vecchio edificio della Scuola maggiore di Curio, si è attivato per fondare la nostra Associazione, affidando a Giancarlo Zappa la concezione del Museo e assicurando un importante sussidio annuo, che ha consentito non solo di procedere, ma anche di affrontare singoli progetti. Dal 1985, anno di fondazione, il direttore dell’ETM Alfonso Passera siede nel nostro Comitato,  dove porta le sue capacità professionali e la sua carica di entusiasmo.

Inoltre, se la nuova sede del Museo della pesca è oggi una realtà, gran parte del progetto è stato seguito dalla Regione Malcantone ( in particolare da Marco Marcozzi, ora collaboratore dell’ERS-L), che ha pure assicurato finora compiti di amministrazione e segretariato.

È dunque comprensibile la nostra preoccupazione e l’estrema attenzione con la quale il Museo ha seguito l’evolversi della situazione. I segnali sono positivi, ma la prudenza è d’obbligo. Gli impegni finora assicurati dovrebbero essere ancorati. Inoltre è in atto un progetto di Fondazione Malcantone, che, assieme ad altri servizi ed iniziative locali, manterrebbe un occhio di riguardo alle attività espresse dal Museo nelle due sedi e nel territorio.

Alcune puntuali annotazioni.

La nuova sede di Caslano (Museo della pesca) ha vissuto il suo primo anno pieno, in riva al lago e inserita, con indubbio maggiore richiamo, nel percorso anche turistico che dal golfo raggiunge il Sassalto. Si è rivelata formula vincente e dinamica, accanto all’esposizione permanente, l’offerta della sala multiuso, modulabile anche per specifiche mostre d’arte, e della saletta per ricerche ed esperienze didattiche o per sedute di piccoli gruppi: lo testimonia l’incoraggiante numero di associazioni o enti che hanno scelto questa opportunità nel corso dell’anno trascorso.

La questione della salvaguardia e collocazione delle barche, ancora presenti sul sedime della vecchia sede, sono al vaglio con le autorità comunali di Caslano: l’intenzione è quella di radunarle, quale cornice, alla nuova sede di via Meriggi.

Da segnalare, tra le attività culturali, l’originale mostra Quarzo-Cerina su oggetti legati al mondo della pesca e del pesce, raccolti ogni dove e la mostra fotografica sul tema dell’acqua di Gilberto Luvini; altro richiamo particolare, la serata di letture del poeta e scrittore Alberto Nessi e la serata con documentario” Il racconto del pescatore”.

La sede di Curio ha proposto, con alcuni valori supplementari, la mostra su Oreste Gallacchi nella realtà del suo tempo: di grande rilievo la presentazione di Silvano Toppi all’inaugurazione del 27 marzo 2011.

A Curio si è anche potuto approntare un preventivo per i necessari e importanti lavori di manutenzione e di conservazione: la Fondazione, proprietaria dell’edificio, ha deciso di pianificare questo intervento, che prenderà avvio nel corso del 2012.
Sarà anche l’occasione per avviare un’ampia riflessione sull’impostazione futura per contenuti nuovi, accanto al centro di documentazione e di ricerca e allo spazio espositivo, della storica sede.
Nella primavera del 2011 si è costituito un gruppo “Finanze e marketing” allo scopo di individuare una migliore valorizzazione dell’offerta museale e di aumentare le entrate, acquisendo nuovi soci: impegno che ha dato alcuni frutti, ma che proseguirà maggiormente in futuro.

Come noto, ma ripetere giova, da alcuni anni sono attivi due siti ( curati da Roland Hochstrasser, nostro vicepresidente) : www.museodelmalcantone.ch  e www.museodellapesca.ch, oltre alla recente apparizione in facebook (quale ulteriore elemento di interattività). L’apprezzamento del pubblico è davvero notevole: anche il 2011 ha confermato la tendenza alla crescita dei flussi in transito. Due eloquenti dati: il sito del Museo del Malcantone ha totalizzato 53'961 visite ( le pagine interne consultate, 344'012). Ancor di più, il Museo della pesca ha registrato 278'615 visite ( con ben 3'128'106 di pagine spulciate). Una diffusione rallegrante, che incoraggia di riflesso a mantenere il livello di qualità raggiunto, nonostante le risorse fatalmente restino affidate sempre ed unicamente alla preziosa attività del nostro conservatore Bernardino Croci Maspoli e di Maurizio Valente, curatore a Caslano, affiancati da pochi ma fedeli indispensabili volontari.

Gianrico Corti
Presidente del Museo del Malcantone

Architetti e costruttori italiani e ticinesi in Russia. Nuovi apporti epistolari

L'Osservatorio Quarenghi Comunica che sabato 6 marzo 2010 alle ore 17,00 si terrà, nella Sala Tassiana della Civica Biblioteca Angelo Mai (Bergamo), un pubblico incontro dal titolo Architetti e costruttori italiani e ticinesi in Russia. Nuovi apporti epistolari.

Nell’occasione verranno presentati due recenti lavori di ricerca pubblicati da Michaela Böhmig, professore ordinario di Lingua e Letteratura russa all’Università di Napoli “L’Orientale”, e da Nicola Navone, vice-direttore dell’Archivio del Moderno di Mendrisio.

L’incontro, con la partecipazione degli autori, sarà introdotto da Maria Chiara Pesenti, professore di Lingua e Letteratura russa all’Università di Bergamo, e da Piervaleriano Angelini, vice-presidente dell’Osservatorio Quarenghi.

Il primo studio che verrà presentato, della prof.ssa Böhmig, ha per titolo Le lettere di Giacomo Quarenghi all’abate Vincenzo Corazza (1779-1788), ed è apparso nel più recente numero di “Bergomum”, la rivista della Biblioteca A. Mai di Bergamo. Esso rappresenta un nuovo significativo apporto alla conoscenza dell’epistolario quarenghiano, fonte di preziose informazioni sulla sua arte e il suo orizzonte culturale. Sono dieci le lettere inedite reperite dalla studiosa, che vengono presentate con ricchezza di annotazioni, e precedute da una approfondita introduzione che contestualizza i contenuti fornendo precisazioni di prima mano tanto sull’architetto bergamasco quanto sul destinatario delle missive.

Dell’arch. Navone verrà invece presentato il recentissimo volume Dalle rive della Neva. Epistolari di tre famiglie di costruttori nella Russia degli zar, edito dall’Archivio del Moderno di Mendrisio e dal Museo del Malcantone.

Si tratta della pubblicazione delle raccolte di lettere, conservate in varie sedi, indirizzate ai parenti rimasti nel Canton Ticino dai rappresentanti delle famiglie Visconti, Ruggia e Staffieri dimoranti in Russia e attivi nel campo dell’architettura; nel complesso più di centosessanta lettere che coprono un arco temporale di quasi un secolo: dal 1787 al 1881. Esse offrono una testimonianza viva e diretta di quel grande fenomeno migratorio che a lungo ha legato le terre ticinesi alla Russia, quella vicenda di emigrazione di artisti e costruttori che seppero mantenere vitale il legame con i luoghi d’origine, anche attraverso strategie economiche che proprio le lettere consentono di analizzate in profondità.

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