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Architetti e costruttori italiani e ticinesi in Russia. Nuovi apporti epistolari

L'Osservatorio Quarenghi Comunica che sabato 6 marzo 2010 alle ore 17,00 si terrà, nella Sala Tassiana della Civica Biblioteca Angelo Mai (Bergamo), un pubblico incontro dal titolo Architetti e costruttori italiani e ticinesi in Russia. Nuovi apporti epistolari.

Nell’occasione verranno presentati due recenti lavori di ricerca pubblicati da Michaela Böhmig, professore ordinario di Lingua e Letteratura russa all’Università di Napoli “L’Orientale”, e da Nicola Navone, vice-direttore dell’Archivio del Moderno di Mendrisio.

L’incontro, con la partecipazione degli autori, sarà introdotto da Maria Chiara Pesenti, professore di Lingua e Letteratura russa all’Università di Bergamo, e da Piervaleriano Angelini, vice-presidente dell’Osservatorio Quarenghi.

Il primo studio che verrà presentato, della prof.ssa Böhmig, ha per titolo Le lettere di Giacomo Quarenghi all’abate Vincenzo Corazza (1779-1788), ed è apparso nel più recente numero di “Bergomum”, la rivista della Biblioteca A. Mai di Bergamo. Esso rappresenta un nuovo significativo apporto alla conoscenza dell’epistolario quarenghiano, fonte di preziose informazioni sulla sua arte e il suo orizzonte culturale. Sono dieci le lettere inedite reperite dalla studiosa, che vengono presentate con ricchezza di annotazioni, e precedute da una approfondita introduzione che contestualizza i contenuti fornendo precisazioni di prima mano tanto sull’architetto bergamasco quanto sul destinatario delle missive.

Dell’arch. Navone verrà invece presentato il recentissimo volume Dalle rive della Neva. Epistolari di tre famiglie di costruttori nella Russia degli zar, edito dall’Archivio del Moderno di Mendrisio e dal Museo del Malcantone.

Si tratta della pubblicazione delle raccolte di lettere, conservate in varie sedi, indirizzate ai parenti rimasti nel Canton Ticino dai rappresentanti delle famiglie Visconti, Ruggia e Staffieri dimoranti in Russia e attivi nel campo dell’architettura; nel complesso più di centosessanta lettere che coprono un arco temporale di quasi un secolo: dal 1787 al 1881. Esse offrono una testimonianza viva e diretta di quel grande fenomeno migratorio che a lungo ha legato le terre ticinesi alla Russia, quella vicenda di emigrazione di artisti e costruttori che seppero mantenere vitale il legame con i luoghi d’origine, anche attraverso strategie economiche che proprio le lettere consentono di analizzate in profondità.

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