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Il castagno nella Svizzera italiana

Sebastiano Pron, Michela Sormani, Quaderno del Museo del Malcantone, Curio: Museo del Malcantone, 2004, 101 p.

esaurito

 

Questo "Quaderno del museo" riunisce una ricca documentazione sulla Castanea sativa, il castagno. Gli autori sono Sebastiano Pron e Michela Sormani ed hanno presentato questo lavoro come progetto semestrale in Umwelttechnik al Politecnico federale di Zurigo.

La principale motivazione che ci ha spinto a scegliere la Castanea sativa quale tema per il nostro lavoro di semestre è la consapevolezza dell’importante ruolo sia storico che umano svolto da questa pianta nel Cantone Ticino. Il frutto, il legname e le differenti sostanze derivanti dal castagno hanno avuto in passato un’importanza vitale non solo sul piano domestico ma anche su quello economico e culturale.

Da quando abbiamo cominciato a frequentare le lezioni di scienze forestali (Forstwirtschaft), ci è venuta l’idea di fare un lavoro di semestre sul castagno poiché il tema collega in modo ottimale parecchi capitoli trattati nella Vorlesung con uno dei temi più interessanti legati alla storia del nostro cantone: il castagno. Inoltre il professor Markus Sieber, che si è dimostrato molto aperto ed entusiasta, ci ha ancor più spinti a compiere una ricerca in tal senso.

Gli scopi del nostro lavoro di semestre sono molteplici. Da un lato siamo interessati a riscoprire un aspetto importante della nostra cultura del passato, mentre dall’altro vogliamo conoscere e imparare gli aspetti principali che costituiscono una ricerca di questo tipo.

Entrambi i temi sono, dal nostro punto di vista, parecchio importanti. La prima parte scientifico-culturale contribuirà sicuramente ad allargare i nostri orizzonti conoscitivi. Ci aspettiamo infatti di acquisire, attraverso questa ricerca, nuove  conoscenze e di consolidare  quelle già incontrate nel corso  degli studi e in particolare della lezione.
Per conoscenza non intendiamo comunque solamente concetti puramente scientifici, ma anche aspetti più emotivi legati ad una relazione uomo-pianta che non può essere inquadrata solamente per mezzo di formule e definizioni.

Quindi, oltre a fornire una descrizione dettagliata delle caratteristiche botaniche del castagno, intendiamo relazionare questa pianta alla regione in cui siamo nati e cresciuti e al contesto storico-culturale. Per raggiungere tale scopo è per noi di fondamentale importanza esporre l’aspetto storico e sociale che legava il castagno alla popolazione del Ticino.

Imparare a conoscere il castagno sotto questi punti di vista è perciò molto di più che raccogliere ed elaborare informazioni, per noi significa infatti scoprire  una parte del nostro passato e quindi di noi stessi. Gli insegnamenti che pensiamo di poter trarre da questa ricerca vanno perciò oltre i punti che contraddistinguono una ricerca su di un tema verso cui non si ha nessun legame relazionare.

Un’altra grande ragione che ci motiva in questo lavoro è il poter coinvolgere e far conoscere le nostre “scoperte” anche ad altre persone che lo leggeranno. In particolare, la lettura di tale ricerca da parte di quelle persone estranee alla nostra cultura per provenienza geografica, potrebbe rivelare loro parecchie sorprese e far  conoscere meglio il passato della regione italofona della Svizzera.

Per compiere e concludere questo viaggio nella storia, parleremo non solo di ciò che il castagno ha significato in passato ma anche di ciò che significa ora per i nostri boschi e quali progetti legati a questa pianta sono attualmente in corso nella nostra regione. Questo confronto tra passato e futuro speriamo non resti un puro esercizio didattico, ma possa essere d’aiuto per scoprire punti deboli che vanno migliorati e punti forti che devono essere sostenuti per continuare, anche in futuro, il rapporto che l’uomo e il castagno hanno cominciato secoli fa.

Possiamo permetterci quest’ultima constatazione poiché il tema non ci è del tutto sconosciuto, il solo fatto di vivere in una zona dove il bosco è costituito in larga parte da questa specie ci ha infatti condotto in passato a domande sul perché di un così vasto popolamento boschivo. Domande alle quali abbiamo, almeno in parte, già trovato risposta a partire dalle scuole elementari o in famiglia dove abbiamo sentito parlare più volte del castagno. Ripensando oggi alla nostra infanzia siamo infatti consapevoli di quanto il termine “castagno” abbia ricorrentemente fatto parte di svariati ambiti (didattici, storici, culinari,…) della nostra vita .

Il nostro interesse non si appoggia però unicamente al passato, infatti, senza compiere nessuna ricerca , siamo sempre più sovente venuti a conoscenza di progetti legati al castagno.  La diffusione di questo tipo di notizie da parte dei media è sicuramente lo specchio di un interesse reale che coinvolge la popolazione. Questo ci incuriosisce per i sicuri risvolti in campo ambientale; il nocciolo del nostro studio al politecnico.

Tralasciando il contenuto per se della ricerca, siamo anche persuasi che essa possa esserci d’aiuto in quanto per noi si tratta della prima e il passaggio dalla teoria alla pratica é sempre un momento particolare. Finora   abbiamo piuttosto “approfittato” di lavori scritti da altri per sviluppare le nostre conoscenze, mentre ora abbiamo la possibilità di fare qualcosa per allargare le conoscenze degli altri.

Questo compito è senz’altro una grande occasione, ma anche una grande responsabilità; attraverso il nostro lavoro possiamo infatti decidere che tipo di informazioni far passare e in che modo. Inoltre se non commettessimo sbagli, potremmo trasmettere messaggi non corretti o addirittura completamente falsi. Per evitare questo tipo di errore vorremmo perciò lavorare il più scrupolosamente possibile, facendo  particolar attenzione nei confronti delle fonti da cui attingeremo.
Le fonti sono, per questo tipo di ricerca, la sorgente più importante, ma anche un motivo di interesse particolare. Nel corso degli studi abbiamo infatti imparato a basarci principalmente sui libri, sui professori e, negli ultimi anni, su internet. Siamo tuttavia di fronte a una situazione particolare, trattandosi di un tema scientifico-storico, di interesse regionale. Siamo perciò curiosi di vedere quale tipo di fonti e in che maniera sapranno darci le informazioni che cerchiamo.  Per un confronto equo ci rivolgeremo al maggior numero possibile di fonti, che dovranno essere anche il più diversificate possibile.
Dato che sicuramente non tutto quello che riguarda il castagno è già stato scritto, potremmo anche avere la possibilità di riscoprire qualcosa che altrimenti andrebbe definitivamente dimenticato. Ciò è quindi per noi un ulteriore impulso per il lavoro.
La ricerca di informazioni consisterà anche nel parlare con esperti o persone che sono entrate direttamente in contatto col castagno. Ciò ci consentirà a scambiare con queste esperienze ed emozioni, cosa naturalmente che troviamo molto positiva.
Aspetto che poi non vogliamo assolutamente perdere è il contatto diretto con la pianta stessa, col bosco e l’ambiente in cui è inserita, troppo spesso infatti si parla di cose che in realtà non si sono mai neppure viste.
Lo svolgimento a due di questa ricerca è il risultato del nostro comune interesse e della voglia di poter, in questo modo, fare un lavoro più completo rispetto a quello che saremmo riusciti a svolgere individualmente. Naturalmente questo lavoro di coppia comporterà dei problemi e delle difficoltà che lavorando individualmente non ci sarebbero, ma pensiamo che grazie ad una buona organizzazione e collaborazione i vantaggi saranno maggiori.

Malgrado una suddivisione dei compiti ci terremo reciprocamente informati, in modo da mantenere una visione d’insieme necessaria per la buona riuscita del lavoro.
Lavorando in due avremo anche il vantaggio di poter raccogliere più informazioni e di poterle scambiare vicendevolmente. Inoltre i differenti punti di vista e le diverse esperienze ci saranno sicuramente d’aiuto per la stesura del lavoro.

Per finire ci aspettiamo che attraverso questa ricerca avremo imparato a conoscere gli elementi di base che costituiscono ogni lavoro di questo tipo e sapremo applicarli con più facilità. Questo lavoro getterà le basi, soprattutto per ricerche future, sia per il politecnico che, un domani, per un impiego. Potremmo così scoprire di non essere portati o interessati a questo genere di ricerca oppure di trarne particolare soddisfazione. Entrambe le conclusioni saranno certamente di grande aiuto per le decisioni che dovremo prendere in futuro.


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