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Emigrazione tra sogni e realtà

Questa mostra é nata ad Astano, il villaggio di Domenico Trezzini, una bella sera di prima estate del 1991. Ospite del Museo del Malcantone, il dott. Gerardo Bolla, già vice direttore generale dell'UNESCO, un ticinese troppo poco conosciuto in patria, offriva in quel momento la sua collaborazione per stabilire contatti con gli archivi di S.Pietroburgo, allo scopo di approfondire la conoscenza dell'emigrazione malcantonese in quella città e in tutta la Russia. Non era certo un'occasione da lasciarsi scappare e così ci siamo buttati in un progetto a un tempo semplice e ambizioso, con un po' di coraggio e grazie all'immediato sostegno della Pro Malcantone, dell'Ente turistico del Malcantone e dell'Ufficio cantonale dei Musei.

Il primo atto concreto é stata una visita agli archivi di S.Pietroburgo compiuta dal dott. Bolla e da Fernando Cantoni, rappresentante sia la Pro Malcantone che il nostro Museo.

Allaciati i primi contatti, si é ritenuto opportuno convocare a Curio una riunione fra tutti gli enti che avrebbero potuto partecipare al progetto.

L'iniziativa ha portato a Curio una delegazione russa composta dai signori: V. Guerassimov, direttore dell'Archivio storico centrale di S.Pietroburgo, V. Leonov, direttore della Libreria dell'Accademia russa delle Scienze e K. Malinovski, ricercatore presso l'Archivio storico centrale di S.Pietroburgo. Con loro si sono incontrati i rappresentanti del Dipartimento istruzione e cultura del Cantone Ticino D.Jauch, A.Ghiringhelli e A. Gaggioni, del Museo del Malcantone e della Pro Malcantone, la direttrice del Museo cantonale d'arte M.Rossi - Kahn, il direttore della Galleria Gottardo di Lugano L.Patocchi e il signor O. Binst, direttore dell'agenzia fotografica Gamma di Parigi.

Risultato dell'incontro, svoltosi con l'esperta regia del dott. Bolla, sono le tre mostre che, con il titolo globale "Il Ticino e S.Pietroburgo", vengono presentate contemporaneamente al Museo cantonale d'Arte e alla Galleria Gottardo di Lugano e al Museo del Malcantone.

A Curio la fase operativa vera e propria ha preso avvio nel settembre dello scorso anno, con l'inizio del lavoro di ricerca affidato a Giovanna Devincenti e orientato verso due obiettivi : la preparazione del supporto scientifico per la mostra e per questo catalogo, nonchè la raccolta trascrizione e studio di tutta la documentazione esistente sul tema in vista di una pubblicazione di tipo antologico che si intende fare apparire entro un paio d'anni.

Ciò che abbiamo il piacere di presentare è quindi una tappa importante di un'attività impostata a più lungo termine, tesa ad acquisire il maggior volume possibile di infomazioni su quel capitolo straordinario della storia delle nostre maestranze che é l'emigrazione in Russia.

Ad una collaborazione veramente esemplare offertaci da molti, hanno fatto purtroppo riscontro delle inattese difficoltà nei contatti e nella collaborazione con gli archivi russi: quindi i materiali esposti e le fonti sulle quali si é basata la ricerca storica sono praticamente tutti di origine locale. Poco male.

Siamo comunque sicuri di essere riusciti a offrire al pubblico, compatibilmente con i nostri mezzi e con le nostre competenze, una mostra e una pubblicazione di grande interesse, dove si approfondisce la conoscenza di uomini fuori dal comune per coraggio e capacità: l'immagine, a volte corretta ma anche spesso troppo generalizzata, dell'emigrante per disperazione subisce in questo caso un notevole aggiustamento. Al servizio degli zar c'é uno straordinario esempio di quella che il Franscini definisce "L'emigrazione che si pratica per l'esercizio di que' mestieri cui va compagno il disegno" 1 , designandola come "la più profittevole di tutte". In Russia troviamo artigiani di sicure capacità, capomastri, ingegneri e architetti dalla solida preparazione e dalla ricca esperienza professionale, professionisti seri e amministratori precisi, protagonisti e testimoni di un fenomeno "quasi miracoloso". 2

A loro e a tutti coloro che ci hanno aiutato a documentarne le vicende, dedichiamo questo lavoro.

Bernardino Croci Maspoli, Presidente dell'Associazione Museo del Malcantone

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