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Viaggio in Transilvania sulle orme degli artisti ticinesi

Padre Stefan Urda, colto e socievole, la presidente degli Amici della Romania Elisa Traversi e un piccolo gruppo di malcantonesi interessati alle opere eseguite sotto la direzione di artisti provenienti dalla nostra regione, hanno visitato la Transilvania.

Il Prof. Nicolae Sabau con competenza ed eleganza ci ha guidato alla scoperta di Cluj, una cittadina vivace che conserva i resti della cittadella, opera di Morando Visconti, originario di Curio, e altri monumenti tra cui il collegio calvinista costruito su progetto di A. Serena di Arogno.

Ad Alba Iulia, con la guida di Padre Stefan, abbiamo visto le Cattedrali ortodossa e cattolica e opere di Visconti, Brilli e Quadri, nonché la sede della Fondazione Amici della Svizzera, nella quale abbiamo ricevuto calorosa accoglienza.

Le fortificazioni a stella costruite da Giovanni Morando Visconti (1652-1717), uno dei principali artefici del sistema di fortificazioni della parte orientale dell’Impero asburgico, sono veramente imponenti. I muraglioni alti 20 metri, tutti costruiti in cotto, rendevano la città inespugnabile da parte dell’esercito ottomano. La partecipazione alla funzione ortodossa nella chiesa di Lipoveni, celebrata da Padre Stefan, ci ha fatto toccare con mano la profonda religiosità della popolazione locale.

Altre opere di Pietro da Lugano e di Giuseppe Quadri necessiterebbero di ristrutturazione, come ad esempio la bellissima villa nelle vicinanze di Bistriza, utilizzata fino a quattro anni fa come sede del locale liceo agricolo ed ora del tutto abbandonata.

Nella città di Bistriza, la chiesa di San Nicola è stata completamente ristrutturata negli anni 1560-1563 da Pietro da Lugano, il quale ha portato nella regione importanti rinnovamenti architettonici e nuovi modelli rinascimentali ancora visibili nei palazzi e nei portici che circondano la piazza.

La Transilvania è un altipiano coltivato anche con mezzi d’altri tempi: cavalli e carrette, donne che zappano campi enormi. Le case d’abitazione sono piccole. Le strade sterrate. Le città sono vivaci e trafficate con periferie fatiscenti e strade in rifacimento. Le cicogne nidificano sui pali della luce e sui tetti.
Ricordiamo in particolare il museo di icone su vetro di Sibiel, il pittoresco mercato degli zingari, la fabbrica di violini a Reghin, la miniera di sale Ocna-Dej e pure i pic nic a base di specialità locali e gli accesi “dibattiti” sul pulmino che ci portava in giro.

Un viaggio che ci ha permesso di apprezzare un paese di cui si conosce poco della sua storia travagliata, dalle origine romane alle invasioni ottomane, fino all’annessione all’Impero degli Asburgo. Tracce di storia rimangono nelle città sassoni come Sibiu o nelle città con forti presenze ungheresi come Targu Mures.

Una Romania diversa dalle immagini che negli ultimi tempi ci viene proposta dai fenomeni migratori che giungono nell’Europa occidentale. Una Romania culturalmente radicata in Europa e fiera delle sue origini.
Ci resta un bel ricordo e il desiderio di vedere la Moldavia. Sarà per un’altra volta?

Gianna Leoni

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