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L'anima di Maria Teresa

Il profilo, tutto a cocuzzoli allineati, che va dal monte Lema al Pola, segna lo spartiacque tra il Malcantone e la Valle Vedasca, ma non coincide con il confine tra la Svizzera e l'Italia.

Il confine politico scende nell'alto versante sinistro della Valle Vedasca, recinge da tre parti il territorio intorno all'alpe di Arasio, e continua in una linea più o meno parallela ai cocuzzoli della Strièra e distante da questi circa duecento metri.

Questi lembi di territorio vedaschese comprendono pascoli, boschi, rocce impervie, e sono antichissime proprietà di vicinie dell'alto Malcantone.

La confinazione esatta di codesto territorio avvenne ai tempi di Maria Teresa, con il Trattato di Varese.

I valligiani della Vedasca, segnatamente gli abitanti di Curiglia e di Monte Viasco, incolparono l'imperatrice d'aver ceduto alla Svizzera i suddetti tratti de' loro monti.

Fu un'usurpazione e all'usurpatrice essi non perdonarono e non perdonò neppure il tribunale di Dio.

L'anima di Maria Teresa è dannata in eterno, proprio su quella parte del territorio, ch'ella avrebbe sottratto ingiustamente ai vedaschesi.

Durante l'infuriare dell'uragano, l'anima di Maria Teresa guizza in un susseguirsi di fulmini, si fracassa contro le rocce, romba co' tuoni, ulula col vento, geme con l'acqua, stride con gli uccelli rapaci.

E non ha tregua, neppure quando il cielo è sereno e l'aria calmissima, soggiacendo alle dentate vette della Strièra, che, come enorme sega, la dilaniano.

Sconta così le più terribili, implacabili pene della giustizia divina, per la gravissima offesa fatta alle popolazioni della Vedasca.

 

V. Chiesa, L'anima del villaggio, Gaggini, Lugano 1934


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