La partecipazione alla prima guerra mondiale, l’amore per il volo, l’impresa di Fiume… Tutti conoscono l’impegno civile che contraddistinse la vita di Gabriele D’Annunzio, poeta nato a Pescara nel 1863 e morto nel 1938. In pochi, tuttavia, sanno che a guidarlo nel celeberrimo volo su Vienna e a salvargli la vita fu un aviatore ticinese, Natale Palli, originario di Pura. Nato nel 1895 a Casale Monferrato da una famiglia malcantonese emigrata in Piemonte, Palli si arruolò giovanissimo nell’esercito e divenne uno dei primi piloti dell’Aviazione italiana, nella 87a Squadriglia la Serenissima. Il 9 agosto 1918 partecipò al volo su Vienna, una trasvolata ideata da D’Annunzio, quando un manipolo di aeroplani sorvolò la capitale viennese e lanciò migliaia di volantini inneggianti la libertà.
«L’unico biposto a partecipare alla spedizione fu proprio quello del poeta» racconta Bernardino Croci Maspoli, curatore del museo del Malcantone, «ma occorre sottolineare una cosa: anche se lui sedeva davanti, i comandi erano montati sul sedile posteriore ed era Palli a pilotare il velivolo». Si narra che Gabriele D’Annunzio salì a bordo provvisto di una boccetta di veleno e un taccuino bianco. «La prima gli sarebbe servita nel caso fosse stato catturato dal nemico, il secondo per catturare le ultime parole nell’eventualità fosse precipitato a terra».
E il rischio fu davvero grande, perché il motore si spense due volte e solo le capacità e la freddezza di Palli permisero al Vate di tornare a casa sano e salvo. Dopo l’impresa nel cielo austriaco, il Ticinese fu protagonista di un altro raid, stavolta a cavallo tra l’Italia e la Francia. Era il 20 marzo 1919. Il suo aereo si schiantò sul monte Pourri, sulle Alpi transalpine, ma sopravvisse: a stroncarlo furono la fame e il freddo, perché per due giorni e due notti vagò sulla montagna alla ricerca di riparo e aiuto. «Lo ritrovarono a pochi metri da una cascina abitata» conclude Croci Maspoli, «e sul luogo fu posto un cippo di pietra a lui dedicato». La salma fu rimpatriata una settimana dopo e a Palli furono dedicati i massimi onori dalle autorità politiche, dalla sua squadriglia e da D’Annunzio stesso. Il 6 ottobre 1925 lo Stato italiano gli conferì la medaglia d’oro al valore militare, definendolo «intrepido, audace, sicuro pilota d’aeroplano» e «magnifico esempio di valore, di prodezza e di perizia».
Fonte: Cooperazione.ch