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La calce nell'Inchiesta sulle cave e miniere svizzere del 1895

Si tratta di un’inchiesta promossa in occasione dell’Esposizione nazionale del 1896 che si è tenuta a Ginevra. In Ticino, l’incarico venne affidato all’ingegnere Joukowsky di Ginevra, che sottopose ai Comuni un formulario con le domande. Secondo i risultati ottenuti erano numerose le cave di calce in attività:

  • Bedretto: C’è granito e materia per la preparazione della calce e gesso (per bisogni interni, ma non per l’esportazione causa difficoltà e spese di trasporto).
  • Villa: Sassi trovanti e sassi per la produzione di calce.
  • Quinto: Cave di calce a destra del Ticino di fronte al paese di Varenzo; sempre esercitate da tempi immemorabili.
  • Prato: Due cave di pietra calcarea per la produzione di calce. Una si trova vicino al paese, l’altra vicino al paese di Fiesso. Ambedue a poca distanza dalla stazione ferroviaria di Rodi-Fiesso.
  • Campo di Blenio: Cave di calce e di gesso.
  • Aquila: Esiste la cava della calce di grande rinomanza… utilizzata nelle costruzioni e abbellimenti. Già conosciuta da anni indietro, ma prese maggiore conoscenza da oltre trent’anni, dopo che fu quasi per intiero in possesso della famiglia Bassi.
  • Marolta: 4 cave di calce: 1) frazione di Travesta sotto l’abitato; 2) sopra l’abitato al Presparo; 3) ad ovest, in Spino; 4) nella zona alta a Pozzo, dove si trovano le relative fornacie si cuoce ordinaramente la calce due volte all’anno.
  • Prugiasco: Cave di calce e gesso in regione montuosa; sin’ora poco conosciute, ma dagli esperimenti fatti danno ottimi risultati.
  • Frasco: Marmo bianco Benascio e al Sasso. Utilizzato fino al 1870 come calce. (Esistono ancora 4 fornaci). Estensione: 25 mq. Non sono più in esercizio per “la scarsità di legna e la comodità di condotta”.
  • Campo Valle Maggia: Cave di calce a Sfille, monti dei Cauradisci di fronte a Cimalmotto a sud-est; alla Pilla nei monti dall’ovi del Piano alla destra del fiume Rovana; a Piancroscio sopra il Monte Laveggio al confine con Cerentino. Esplorate nei secoli precedenti e presente da muratori esercenti ed intraprenditori di costruzioni ed edifici nel paese, per uso del paese. Sono sempre esercitate per chi fabbrica case e stalle. La calce si cava e si cuoce per uso del paese generalmente quando occorre in maggio, giugno e luglio.
  • Cerentino: Cave di calce, sopra la frazione di Casa de Giunzi; Monte di Giarlongo esplorate già da lunghi anni. Buon esito. In esercizio dal 1884 quella di Giarlongo e dal 1893 quell’altra. Nessun stabilimento, ma solo per uso privato.
  • Vergeletto: Cave per calce, a mattina dell’alpe Cosone, sotto l’alpe Boscanio. Esercitate ad intervalli, ora assai di rado per difficoltà nello scavo e pericolo e difficoltà di trasporto. Di rado in esercizio da patrizi volontari. L’utilizzazione è per le costruzioni delle case ai monti e di rado in paese.
  • Crana: Una piccola cava per la calce che non rende abbastanza per le fatiche e spese, perché già da parecchi anni venne abbandonata.
  • Palagnedra: Diverse cave di marmi per la calce. Si forma eccellente calce.
  • Ronco Sopra Ascona: Fornaci di calce (antiche) a 2/3 dell’altezza della montagna di Ronco. Esercitate dal patriziato. Sono state abbandonate da antico per troppa distanza e spesa relativa a portare la calce ai luoghi di consumo e di vendita.
  • Sementina: Cave di calce (molta arena però) alla fornace di Capolo sospesa dal 1886 e alla fornace di Bordei sospesa dal 1875. Esplorate già da antico vennero più volte esercitate.
  • Lumino: Pietra da calce con antiche fornaci, ma da diversi anni non vengono più messe in esercizio.
  • S. Antonio: Tutta la montagna che trovasi a mezzanotte del fiume Morobbia, incominciando nei pressi della frazione di Melera sin verso la cima del Monte S. Jorio, è quasi tutta calce (pietra). Molti ruderi di fornaci si vedono ancora attualmente e sono appena due anni che i nostri conterranei ne fecero cuocere due o tre fornate.
  • Cimadera: Cave di calce in grandissima quantità nella località detta Canvini.
  • Caslano: Cave di sassi calcari sul versante orientale e occidentale del monte di Caslano. Esplorate da tempi remoti. Furono sempre esercitate dai fornaciai o dai loro addetti e con esito felice, Estensione mq 21000. Furono e sono tuttora in esercizio, quantunque l’esercizio diminuisce tutti gli anni, stante la poca ricerca della calce. Sono in esercizio per opera dei fornaciai istessi che sono in numero di 6 (?). Per la utilizzazione di detti sassi vi sono 6 fornaci a sistema vecchio, cotte con legna. La costruzione di dette fornaci risale a tempi remoti.
  • Pazzallo: Cava di dolomia, piede orientale del San Salvatore. A San Martino la dolomia serve ad alimentare due fornaci di calce, che datano da una quindicina d’anni almeno.
  • Castagnola: Fornace di calce. Esito felice, in territorio di Castagnola. Costrutta 10 anni fa.
  • Arzo: Due fornaci per calce che datano da circa 50 anni fa, una data da circa 50 anni fa, l’altra da circa 6 anni fa, che utilizzano dei rappezzi provenienti dalle cave.

 

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