• slider1.jpg
  • slider2.jpg
  • slider3.jpg
  • slider4.jpg
  • slider5.jpg
  • slider6.jpg
  • slider7.jpg
  • slider8.jpg

Inchiesta sulle cave e miniere svizzere del 1895

Si tratta di un’inchiesta promossa in occasione dell’Esposizione nazionale del 1896 che si è tenuta a Ginevra. In Ticino, l’incarico venne affidato all’ingegnere Joukowsky di Ginevra, che sottopose ai Comuni un formulario con le domande. Secondo i risultati ottenuti erano numerose le miniere per l’estrazione di minerali metalliferi:

  • Sessa: a Costa, frazione di Sessa: miniera aurifera con argento e piombo. Esplorata dal 1856. Esercitata per ca. 20 anni dal fu Vinasco Baglioni. Con esito poco favorevole. Estensione m. 200.
  • Aranno: Miniere di ferro e piombo (località Monda e Maglio) scoperte dal sig. Baglioni di Molinazzo (frazione di Monteggio) e messe in esercizio dallo stesso, ma poscia abbandonate. In una seconda risposta: Miniere nella località Gèrre vicino al fiume Magliasina; esercitate per due anni consecutivi dal sig. Baglioni con esito soddisfacente. Estensione: 200 m di lunghezza. Abbandonate per il troppo costo del trasporto del materiale. Lo stabilimento relativo del purgo della materia trovasi al Molinazzo presso la strada cantonale che da Lugano mette a Luino, distante a 8 km dalle miniere esplorate nel territorio di Aranno.
  • Miglieglia: A sud-est del paese (Camarée). Miniere lunghezza 150 m. Contengono argento e oro e vennero scavate anni fa con un discreto vantaggio. In una seconda risposta: Esplorata nel 1876, esercitata nel 1878 per 5 o 6 anni con esito poco soddisfacente dal Baglioni Francesco… Dal 1884 non è più in esercizio.
  • Monteggio: Havvi uno stabilimento metallurgico per lavorare i minerali delle miniere di Astano, Aranno, Miglieglia. Fu fondato verso il 1861; non ebbe vita che interrottamente. Da 15 anni è chiuso.
  • Carabbia: Cava di ferro e di piombo. Nella località denominata Tesoro che dista circa mt. 250 dal paese. Non si ha nessun dato, ma da vecchi rapporti verbali si ritiene che venne esplorata prima della scoperta della polvere. Non si sa l’epoca, né da chi venne esercitata, perché nell’archivio comunale e parrocchiale non havvi alcun scritto come pure non si sa qual possa essere stato l’esito ottenuto. Pochi anni or sono, alcuni lavoranti dell’impresa miniera vicino a Sessa lavorarono per alcuni giorni ed esportarono dei pezzi di materiale. È una galleria lunga circa m. 80 e che si interna nella montagna con alcune diramazioni – più havvi un appoggio più basso a foggia di grotta, dove l’acqua colà esistente lascia un deposito d’una poltinella gialla come la terra gialla di Roma. I nostri villici si servono di questa per tinteggiare le cucine ecc. Havvi nessun stabilimento. Se sono vere le tradizioni verbali si afferma e ciò per rapporti verbali dei vecchi, che si tralasciò di continuare i lavori per mancanza (o scarsità) d’acqua necessaria per l’esercizio.
  • Lumino: Esiste presso i monti di Vaticcio una miniera d’oro e d’argento. Scoperta verso il 1863; furono dappoi intrapresi diversi lavori, ma ora è abbandonata.
  • S. Antonio: Nella montagna di Pisciarotto, la quale trovasi a mezzodì della Valle Morobbia, quasi dirimpetto a Carena, ultima frazione di questo Comune, trovansi delle miniere di ferro; nel bacino della valle, alle falde di detta montagna, si vede tuttora il forno, ove in tempi assai remoti si cuoceva il ferro: il motivo del disuso è noto a nessuno; più verso sera, ma sempre alle falde di detta montagna, vi si ammirano tuttora i ruderi di grandi fabbricati, ove ancora verso il principio di questo secolo era ancora in esecuzione l’escavazione di materie ferrifere e la relativa purificazione. Se si vuol prestar fede ai racconti de’ nostri avi, detto forno dovette andare in disuso in conseguenza agli inganni usati. Si asserisce che i capi del maglio di Pisciarotto, ricevuto (segretamente) una mancia dai padroni del maglio di Dongo (Italia) i primi non facevano più cuocere abbastanza il ferro di modo che subito, appena usarlo, si rompeva e gli avventori non ne facevano più acquisto.
  • Cavergno: Cave di nessunissima importanza. Miniera di pirite cuprica con traccie d’oro. Località: Alpe di Formazzolo, Valle Calneggia, Valle Bavona, Valle Maggia. Tentativi di esplorazione verso il 1860. Non venne esercitata per mancanza di minerale utile, per difficoltà di trasporto ecc. Dopo il primo tentativo mal riuscito non ne vennero fatti altri.
  • Quinto: Miniera d’argento e ferro situata nell’Alpe di Piora in fondo alla Valle di Cadlimo poco distante dalla sorgente del Reno. In questa miniera vennero fatti in varie epoche diversi assaggi, ma non fu però mai in esercizio.

I dati raccolti in questa inchiesta sono certamente parziali, ma nel contempo illustrano la ricchezza di risorse minerali presenti sul territorio. Per completare il quadro, nel vicino territorio italiano erano presenti un numero considerevole di prospezioni minerarie:

  • Val Castellera, in Valganna, sul versante del Monte Brullo: rovine della miniera di galena argentifera Valvassera (MI.RI.VA), abbandonata negli anni Sessanta del Novecento.
  • Cuasso al Monte, in Valceresio, dopo Cavagnano: Miniera della Cavallizza, miniera di piombo ed argento.
  • Dumenza, in Val Veddasca: prospezione aurifera.
  • Vigonago, in Val Marchirolo, ai piedi dell’Argentera: miniera di piombo e argento.
  • Cossano, Valtravaglia: galena argentifera.
  • Valcuvia, miniera di Runo e Brinzio.
  • Lavena-Brusimpiano: miniera d’argento.
  • Porto Ceresio-Besano, località Scerré: miniera d’argento.
  • Bisuschio-Valganna, località Livello e Val Corallo: miniera d’argento.
  • Ponte Tresa, località Pitrio d’Orro: miniera di piombo argentifero.

Maggiori informazioni su:

  • Schneiderfranken I., Ricchezze del suolo ticinese, Bellinzona, 1943
  • Pipino G., Oro, Miniere, Storia. Miscellanea di giacimentologia e storia mineraria italiana, Museo storico dell’oro italiano, Ovada, 2003

Sostieni il museo

Qualsiasi cifra è benvenuta, Grazie di cuore!