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Il maglio del Malcantone

Il maglio del Malcantone è rimasto in esercizio fino all’alluvione del 10 agosto 1951. Unico Maglio a leva del Ticino, oggi è una stazione del Sentiero delle meraviglie.

Descrizione tecnica

L’acqua proveniente dal canale di derivazione (roggia) imprime alla grande ruota a pale (due metri di diametro) un movimento rotatorio che, tramite il mozzo (tronco di castagno munito di spinotti), muove ad intermittenza un altro tronco con all’estremità il martello che, battendo sull’incudine a cadenza ritmica, permette la lavorazione del ferro incandescente.

Con questo ingegnoso meccanismo si ottiene la trasformazione di un moto circolare in uno rettilineo: ne deriva la definizione di "Maglio a leva e a coda", in quanto si agisce dietro il fulcro della mazza. Nel caso del Maglio in esame esiste un secondo congegno meccanico, detto "soffiante", azionato da un getto d’acqua (piccola cascata) entro una tinozza metallica situata all’esterno che, sfruttando lo spostamento d’aria provocato dalla caduta libera dell’acqua, provoca un soffio costante sul fuoco della forgia.

I ferri riscaldati mediante carbone minerale o vegetale, venivano afferrati con le tenaglie e forgiati dalle mani esperte del "maiée" che sapeva adeguatamente posarli sotto i lenti e poderosi battiti del maglio. Si voglion pur ricordare i pesanti e rumorosi magli (i mai) pure mossi da forza idraulica, per la lavorazione artigianale del ferro.

Ne esistevano in parecchie località del Cantone, ma quasi dappertutto ne è rimasto solo il nome: Maglio di Colla, la cà dal ferèe di Arogno, al Mai a Minusio. Il Maglio del Malcantone è stato ripristinato allo stato originale nel 1992.

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